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Papa Francesco all’Angelus: “San Giovanni Battista da profeta diventa discepolo”

All’Angelus domenicale di ieri, pronunciato dalla finestra dello studio del Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha incentrato la sua riflessione sul passo di Vangelo che racconta lo spirito di servizio, l’umiltà e l’obbedienza che guidano San Giovanni Battista dopo aver battezzato Gesù nel fiume Giordano.Il Pontefice ha ricordato come questi era stato inviato a preparare la strada per il Messia e lo aveva fatto senza risparmiarsi: “Si potrebbe pensare che gli venga riconosciuto un premio”, invece compiuta la sua missione, il Battista si ritira dalla scena per far posto a Gesù, “da profeta diventa discepolo. Ha predicato al popolo, ha raccolto dei discepoli e li ha formati per molto tempo. Eppure non lega nessuno a sé. E questo è difficile ma è il segno del vero educatore: non legare le persone a sé. Giovanni fa così: mette i suoi discepoli sulle orme di Gesù”.

Francesco ha quindi attualizzato questo esempio, indicandolo a tutti i fedeli come un modello per realizzare un servizio disinteressato. “Con questo suo spirito di servizio, con la sua capacità di fare posto a Gesù, Giovanni il Battista ci insegna una cosa importante: la libertà dagli attaccamenti. Ci insegna la libertà dagli attaccamenti. Sì, perché è facile attaccarsi a ruoli e posizioni, al bisogno di essere stimati, riconosciuti e premiati. E questo, pur essendo naturale, non è una cosa buona, perché il servizio comporta la gratuità, il prendersi cura degli altri senza vantaggi per sé, senza secondi fini, senza aspettare il contraccambio”.

Il Santo Padre si è poi soffermato sui benefici che possiamo trarre dal coltivare la virtù di farci da parte al momento opportuno, testimoniando che il punto di riferimento della vita è Gesù. “Pensiamo a quanto è importante questo per un sacerdote, che è chiamato a predicare e celebrare non per protagonismo o per interesse, ma per accompagnare gli altri a Gesù. Pensiamo a quant’è importante per i genitori, che crescono i figli con tanti sacrifici, ma poi li devono lasciare liberi di prendere la loro strada nel lavoro, nel matrimonio, nella vita”. Avviandosi dunque alla conclusione della sua riflessione, il Papa ha esortato tutti i fedeli a interrogarsi se “attiriamo gli altri a Gesù o a noi stessi?”.

Al termine della preghiera mariana, Francesco ha ricordato la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si svolgerà dal 18 al 25 gennaio. “Il tema di quest’anno è tratto dal profeta Isaia «Imparate a fare bene, cercate la giustizia» (1,17). Ringraziamo il Signore che con fedeltà e pazienza guida il suo popolo verso la piena comunione, e chiediamo allo Spirito Santo di illuminarci e di sostenerci con i suoi doni”.

Il Papa ha quindi evidenziato come il cammino per l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa siano intimamente legati. “Colgo questa occasione per annunciare che sabato 30 settembre prossimo, in Piazza San Pietro, avrà luogo una Veglia ecumenica di preghiera, con la quale affideremo a Dio i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Per i giovani che verranno alla Veglia ci sarà un programma speciale in tutto quel fine settimana, a cura della Comunità di Taizé. Fin da ora invito i fratelli e le sorelle di tutte le confessioni cristiane a partecipare a questo raduno del Popolo di Dio”.

Il Santo Padre ha poi voluto dedicare, come ormai di consueto, un pensiero ed una preghiera per l’amata e sofferente Ucraina: “Fratelli e sorelle, non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino che soffre tanto. Restiamo vicini a loro con i nostri sentimenti, con il nostro aiuto, con la nostra preghiera”.

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