Papa Francesco all’Angelus: “L’amore di Dio è straordinario”

Amare come Dio, oltre la logica della prudenza e del tornaconto personale. All’Angelus in Piazza San Pietro, di fronte a circa 20 mila fedeli, Papa Francesco ha commentato il Vangelo domenicale, in cui Gesù chiede di porgere l’altra guancia e di amare i nemici. Il Pontefice ha ammonito i fedeli, sottolineando che amando solo chi ci è amico non facciamo nulla di “straordinario”. Si è quindi soffermato su questa parola, definendo “straordinario” tutto ciò che supera i ragionamenti utilitari e i calcoli dettati dalla prudenza che ci portano a compiere del bene solamente verso chi è buono con noi.
“Questo non basta!”, ammonisce però il Signore. “Noi diremmo: questo non è cristiano! Se restiamo nell’ordinario, nel bilanciamento tra dare e ricevere, le cose non cambiano. Se Dio dovesse seguire questa logica, non avremmo speranza di salvezza! Ma, per nostra fortuna, l’amore di Dio è sempre ‘straordinario’, va oltre, va oltre i criteri abituali con cui noi umani viviamo le nostre relazioni”.
Il Papa ha quindi proseguito sottolineando come “le parole di Gesù ci sfidino ad aprirci allo straordinario dell’amore gratuito”. “Mentre noi tentiamo sempre di pareggiare i conti, Cristo ci stimola a vivere lo sbilanciamento dell’amore. Gesù non è un bravo ragioniere: no! Sempre conduce allo sbilanciamento dell’amore. Non meravigliamoci di questo. Se Dio non si fosse sbilanciato, non non saremmo mai stati salvati: è stato lo sbilanciamento della croce che ci ha salvati”.
“Il Signore – ha spiegato ancora Francesco – ci ama anche mentre siamo peccatori”, di certo non perché siamo buoni o in grado di restituirgli qualcosa. “Fratelli e sorelle, l’amore di Dio è un amore sempre in eccesso, sempre oltre i calcoli, sempre sproporzionato. Oggi chiede anche a noi di vivere in questo modo, perché solo così lo testimonieremo davvero”.
Avviandosi alla conclusione della sua riflessione, Francesco ha spiegato come Dio “ci proponga di uscire dalla logica del tornaconto e di non misurare l’amore sulla bilancia dei calcoli e delle convenienze”. “Ci invita a non rispondere al male con il male, a osare nel bene, a rischiare nel dono, anche se riceveremo poco o nulla in cambio. Perché è questo amore che lentamente trasforma i conflitti, accorcia le distanze, supera le inimicizie e guarisce le ferite dell’odio”.
Al termine della preghiera mariana dell’Angelus, il Papa ha abbracciato metaforicamente tutti quei popoli che soffrono a causa delle guerra e di disastri naturali.
Francesco ha posato di nuovo lo sguardo sulla Siria e la Turchia, devastate dal terremoto di quindici giorni fa, che al momento ha causato oltre 46mila morti. E ha poi rivolto una preghiera all’Ucraina, che dal 24 febbraio 2022, si trova in guerra. “L’amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare dalle situazioni di chi è provato. Penso specialmente alla Siria e alla Turchia, alle tantissime vittime del terremoto, ma pure ai drammi quotidiani del caro popolo ucraino e di tanti popoli che soffrono a causa della guerra, a motivo della povertà, della mancanza di libertà, delle devastazioni ambientali”.
Il Santo Padre non ha fatto mancare anche un pensiero alla Nuova Zelanda, messa in ginocchio dal ciclone Gabrielle che ha causato 11 morti, oltre 5 mila feriti ed un enorme numero di dispersi. “Sono vicino in tal senso alla popolazione neozelandese, colpita negli ultimi giorni da un devastante ciclone. Fratelli e sorelle, non dimentichiamo chi soffre e facciamo in modo che la nostra carità sia attenta, sia una carità concreta”.