4 febbraio: Giornata mondiale della fratellanza umana

Il percorso della fratellanza è lungo e difficile, ma è “l’àncora di salvezza per l’umanità”. Solo contrapponendo alla “logica del conflitto” il “segno della fratellanza”, che sollecita l’altro ad un cammino comune, accogliendolo “e rispettandone l’identità”, eviteremo che “crolli tutto”. Non usa giri di parole, Papa Francesco, nel videomessaggio per la seconda Giornata mondiale della Fratellanza Umana, indetta dalle Nazioni Unite per sollecitare il mondo a “darsi la mano”, per “celebrare la nostra unità nella diversità”, tutti insieme, “solidali l’uno con l’altro”. Perché “non è tempo di indifferenza: o siamo fratelli o crolla tutto”.
I messaggi in video del Papa e del Grande Imam
Il messaggi del Papa e quello ugualmente in video del “caro fratello” Grande Imam di Al Azhar Ahmed Al-Tayyeb, aprono la “Tavola rotonda della Fratellanza Umana e dell’Alleanza per la Tolleranza Globale”, che nel Padiglione della Sostenibilità dell’Expo universale di Dubai 2020 celebra questa seconda Giornata sul tema “Sotto lo stesso cielo” e il terzo anniversario della firma dello storico Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, che ad Abu Dhabi ha dato in via al cammino.
Accogliere chi soffre come un’unica famiglia umana
Il Pontefice ringrazia gli altri “compagni di strada”, a partire dallo sceicco Mohammed bin Zayed, (principe ereditario dell’emirato di Abu Dhabi e vice comandante delle Forze armate degli Emirati Arabi Uniti, n.d.r.), “per il suo costante impegno” nella direzione della Fratellanza, l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana “per le varie iniziative promosse in diverse parti del mondo”, e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite “perché, con la risoluzione del dicembre 2020, ha permesso di celebrare oggi la seconda Giornata internazionale della Fratellanza Umana. E la gratitudine si estende a tutte le “istituzioni civili e religiose che sostengono questa nobile causa”.
La fratellanza è uno dei valori fondamentali e universali che dovrebbe essere alla base delle relazioni tra i popoli, così che quanti soffrono o sono svantaggiati non si sentano esclusi e dimenticati, ma accolti e, sostenuti come parte dell’unica famiglia umana. Siamo fratelli!
Aiutare i fratelli ad elevare lo sguardo al Cielo
Nel nome di Dio, “noi che siamo sue creature – prosegue il Papa – dobbiamo riconoscerci fratelli e sorelle”. Come credenti di “diverse tradizioni religiose, abbiamo un ruolo da svolgere” aggiunge, “aiutare i nostri fratelli e sorelle a elevare lo sguardo e la preghiera al Cielo”. Perché, spiega Francesco, “chi adora Dio con cuore sincero ama anche il prossimo” e vede in lui un fratello, una sorella, col quale “condividere la vita”, e “sostenerci a vicenda”, imparando a conoscerlo davvero.
Fonte: www.vaticannews.va