Firenze: verso l’incontro tra i vescovi e sindaci del Mediterraneo
Il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, e tutta la città si stanno preparando alla ‘cinque giorni’, dal 23 al 27 febbraio, in cui il capoluogo toscano diventerà la “capitale” del Mediterraneo. “Credo che, come fu per lo storico discorso del 2015 – la previsione – anche l’omelia di Papa Francesco a Santa Croce, e prima di essa il discorso che rivolgerà a Palazzo Vecchio ai vescovi e ai sindaci, sarà illuminante anche per il futuro delle nostre Chiese e dei nostri Paesi”.
Si sta lavorando su un triplice versante di impegno: organizzativo, spirituale e culturale. Per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, è in atto una proficua collaborazione tra comunità ecclesiale e comunità civile, soprattutto con il Comune di Firenze, per preparare i due incontri che si svolgeranno in contemporanea: quello dei vescovi e quello dei sindaci, oltre naturalmente alla giornata conclusiva di domenica in cui accoglieremo il Santo Padre. Non è stato difficile, si tratta di una collaborazione che avevamo già collaudato in occasione del convegno ecclesiale della Chiesa italiana nel 2015: ancora una volta, abbiamo potuto fare affidamento sulla competenza e sulla dedizione dei nostri volontari.
Il Papa torna per la terza volta a Firenze, dove nel 2015 ha pronunciato uno storico discorso rivolto a tutta la Chiesa italiana. Quale significato assume la sua presenza oggi?
Io credo che il Santo Padre voglia mettersi sulla scia dell’intuizione di Giorgio La Pira sull’unità della famiglia umana, sottolineando il ruolo delle religioni abramitiche al servizio di questa unità e della pace. Ascolteremo cosa avrà da dirci, ma penso che il tema fondamentale sia l’appello alla fraternità, sulla scia della Fratelli tutti.
Credo che, come fu per lo storico discorso del 2015, anche l’omelia di Papa Francesco a Santa Croce, e prima di essa il discorso che rivolgerà a Palazzo Vecchio ai vescovi e ai sindaci, sarà illuminante anche per il futuro delle nostre Chiese e dei nostri Paesi.
Nella giornata di giovedì i delegati avranno la possibilità di entrare in contatto con cinque luoghi significativi della città. Se dovesse sintetizzare il “volto” della Chiesa fiorentina, quali parole userebbe?
I cinque luoghi di Firenze che i delegati visiteranno sono una sorta di “stazioni” in cui proporre ed entrare in contatto con il tessuto vivo della comunità ecclesiale fiorentina e la sua identità. La chiesa di Firenze è una chiesa che sa unire fede e arte, declinando la bellezza come espressione della fede; che vive di attenzione per i più poveri e marginali, attraverso la Caritas e le sue istituzioni caritative; che dialoga nella società con i credenti di tutte le fedi, attraverso un dialogo che si incarna in persone concrete, come dimostrano i due incontri dedicati a La Pira e ad altri testimoni della comunità fiorentina.
A Firenze, per la prima volta, vescovi e sindaci lavoreranno insieme allo stesso tavolo per confrontarsi sulla comune cittadinanza sulle sponde di quello che Giorgio La Pira definiva “il grande lago di Tiberiade”. Quali frutti si augura per questo inedito incontro?
Vescovi e sindaci lavoreranno insieme mezza giornata, sabato mattina a Palazzo vecchio, e al termine della mattinata si spera che troveranno alcuni punti di convergenza per stilare una sorta di Carta di intenti.
L’obiettivo è quello di approfondire i temi legati alla vita nelle nostre citta, ma anche di interrogarsi sui temi che oggi interpellano tutti noi: il cambiamento climatico, la povertà e le disuguaglianze sociali, l’emarginazione. Tutti temi, questi, oggetto del confronto sia tra i vescovi, sia tra i sindaci.
Fonte: www.agensir.it